L’incontro tra giovani e anziani che migliora il lavoro

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Ogni giorno nelle aziende ci troviamo a fronteggiare la “guerra” tra i giovani, che vorrebbero lavorare e crescere, e gli adulti, per non dire anziani, che difendono una posizione conquistata con anni d’impegno e fatica. Testato nell’ambito dei corsi di soft skill e tecniche di negoziazione, un esperimento ci fornisce suggerimenti operativi riguardo a come i giovani dovrebbero rapportarsi con i “grandi”, e viceversa, partendo da un principio sempre vincente: meglio negoziare che scontrarsi. Infatti, le aziende che non sanno gestire le tensioni generazionali e non facilitano un clima di reale collaborazione, in funzione della futura successione, fanno i conti con danni enormi, prima di tutto economici.

Quale valore aggiunto portano i junior?

Siccome entrambe le “squadre” hanno un punto di forza, conviene che imparino a parlarsi e a crescere insieme. Come? È fondamentale riconoscere i giovani come un’opportunità: per la prima volta nella storia del lavoro sono loro i possessori delle chiavi delle tecnologie. Un tempo a possedere il know how erano i vecchi del mestiere, coloro che sapevano utilizzare gli strumenti per intagliare il legno o lavorare il ferro. Ora le società acquistano macchinari e tecnologie con un livello di complessità e di elementi nuovi tali per cui i giovani si trovano a essere i soli abbastanza smart da saperli gestire al meglio. Un vantaggio, per chi entra nel mondo del lavoro: mai come oggi un ragazzo può far espandere un’azienda.

L’incontro tra giovani e anziani che migliora il lavoro

Quale valore aggiunto portano i senior?

Chi invece è alla scrivania da diversi anni possiede una conoscenza del mercato e delle dinamiche relazionali ben superiori a quella dei nuovi arrivati. Non solo. Sa capire meglio le urgenze e porta con sé un background di problemi e imprevisti superati con successo. Ma deve accettare il fatto che la velocità imposta dal mercato necessita competenze digitali e di problem solving di cui spesso sono più dotate le nuove generazioni.

Il nostro esempio pratico ci porta in un team che comprende trentenni e over 60, un caso ormai tipico di molte aziende, chiamato a rispondere alle rinnovate richieste dei clienti. La sinergia, qui, è tutto. Il prezioso coraggio portato dai giovani viene stemperato, ma non avversato, dalla prudenza dei più esperti, il cui progetto diventa più veloce e frizzante grazie ai suggerimenti degli “under”: la cooperazione ha quindi un effetto moltiplicativo sulla qualità del lavoro. Un giovane curioso ma umile e un uomo esperto ma aperto, a cavallo tra passato e futuro, compongono la squadra perfetta grazie all’incontro tra differenti talenti. Deposte le armi del pregiudizio, il gruppo si è aperto al cambiamento e alla negoziazione intergenerazionale.

Il brano che avete letto è stato tratto dal libro Soft Skill – Cosa sono, a cosa servono del Prof. Luca Brambilla – ed. FAG.

Luca Brambilla