Il volto come teatro delle emozioni

“Il volto è il teatro dell’uomo. Lì è il più nudo e il più mascherato.”


Roger Judrin

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La fondatezza di questo aforisma è confermata dalle ricerche di Paul Ekman, scopritore e studioso delle micro-espressioni facciali. Il volto di ogni persona, a qualunque cultura appartenga, è in grado di manifestare sette espressioni universali: gioia, tristezza, rabbia, sorpresa, paura, disgusto, disprezzo.

Ciò significa che le varie espressioni sono inscenate sul volto di ognuno, nello stesso modo, a qualunque latitudine o longitudine. Per esprimere gioia, un indiano, un francese, un tedesco, un giapponese, un africano, pur con minime differenze individuali, sorridono e sgranano gli occhi.

Sul volto delle persone va in scena continuamente uno spettacolo unico, perché i muscoli facciali possono raffigurare oltre diecimila espressioni. Le emozioni si susseguono in relazione agli stati d’animo e alle situazioni che li suscitano. Bisogna osservare attentamente i volti delle persone, perché silenziosamente raccontano una parte significativa della loro vita interiore. In questo senso, dietro la maschera, ciascuno è nudo.

Il volto come teatro delle emozioni

La maschera è ambivalente: positiva, finché serve a tutelare la delicata interiorità della persona; negativa, quando diviene un trucco per celare una verità che, per il benessere nostro e degli altri, dovrebbe essere condivisa. Sotto la maschera che per buoni motivi indossiamo, dobbiamo sempre saper riconoscere noi stessi e la nostra verità.

Osservando il viso di una persona possiamo cogliere come una particolare parola susciti un certo stato d’animo. Certe espressioni permangono relativamente a lungo, ma le emozioni improvvise si manifestano anche attraverso le cosiddette micro-espressioni: variazioni istantanee della mimica facciale che persistono solo per un decimo di secondo.

Il brano che avete letto è stato tratto dal libro Comunicazione Strategica – Le origini del Metodo O.D.I.® del Prof. Luca Brambilla – ed. FAG.

Luca Brambilla