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Lei è presidente e CEO di LU-VE Group. Ci racconti della sua esperienza professionale.
LU-VE che sta per “Lucky Venture”, è stata fondato da mio padre Iginio nel 1985, acquisendo un’azienda in situazione prefallimentare, ma con una storia e prodotti ben noti sul mercato della refrigerazione. Mi sono laureato in Bocconi, ho lavorato in Arthur Andersen e poi sono entrato in LU-VE Group nel 1994. Ho avuto la fortuna di avere al mio fianco mio padre, con la sua esperienza, e di essere stato subito integrato in tutte le riunioni e i processi. Passo dopo passo, mi sono ritagliato il mio spazio nell’ufficio commerciale, di cui sono diventato direttore. Nel 2005 sono diventato membro del board e poi direttore generale nel 2008. Nel 2015, mi sono dedicato in prima persona al processo di quotazione al segmento AIM della Borsa di Milano: una delle primissime operazioni SPAC in Italia. Poi nel 2017 ho guidato il passaggio all’MTA e nel 2022 la quotazione all’Euronext STAR. Nel 2016 e nel 2018 ho curato rispettivamente l’acquisizione di una società in India e di una negli USA. Infine, nel 2019, ho seguito la più grossa operazione mai condotta da LU-VE Group: l’acquisto della divisione scambiatori ad aria da una multinazionale svedese.
Quali sono le strategie che hanno guidato la crescita di LU-VE Group verso il futuro?
Dal 1986 il nostro fatturato si è moltiplicato per 60 volte, mentre lo abbiamo triplicato tra il 2015 e oggi. Dopo la quotazione abbiamo accelerato l’ampliamento dei plant già presenti e abbiamo cercato nuove possibilità di investimento con un focus specifico sull’Asia pacifica e sugli Stati Uniti. La strategia era quella di espanderci e operare anche in altri ambiti, per potenziare la nostra presenza nel settore della refrigerazione industriale, del condizionamento di grandi edifici, del raffreddamento di processi industriali e della produzione dell’energia e dei data centre.Il nostro disegno era ed è di diversificare la nostra offerta, sia dal punto di vista delle applicazioni che delle aree geografiche, per essere meno dipendenti dalla ciclicità di alcuni mercati. Un altro pilastro della nostra strategia è quello stato estendere la nostra presenza commerciale e produttiva in paesi ad alto tasso di crescita.
Come nasce LU-VE Academy?
È un progetto che seguiamo da anni e che informalmente era già stata avviato prima che nascesse il titolo di LU-VE Academy. Lo scopo è creare una “cultura di gruppo” sui temi fondamentali e fondere insieme professionisti, collaboratori, culture e nazionalità diverse. Siamo partiti con la formazione di base per poi allargare i temi di approfondimento: nel 2023 sono partiti i corsi tecnici sulle pompe di calore. Nell’ultimo anno abbiamo anche avviato un processo per creare i “sustainability ambassador” all’interno di LU-VE Group. Abbiamo selezionato decine di nostri collaboratori, dirigenti, impiegarti e operai, che avranno il compito, una volta formati, di diffondere e propagare la cultura della sostenibilità a tutti i livelli, su un tema che è sempre più strategico.
LU-VE Group nel 2021 rientra tra le 150 aziende italiane più sostenibili. Cosa rappresenta questo riconoscimento per una realtà come la vostra?
I nostri principi ispiratori sono due: “le aziende sono prima di tutto donne, uomini e idee” e “la materia grigia è la nostra materia prima”. Potremmo dire che siamo sostenibili “ante litteram”. Dal punto di vista sociale, siamo sempre stati dei pionieri. Mio padre era figlio di un operaio e si è laureato grazie alle borse di studio. Per questo motivo, appena ha potuto ne ha creata una intitolata ai suoi genitori, dedicata ai figli dei collaboratori del Gruppo. Dal punto di vista della sostenibilità dei prodotti, dal 1986 LU-VE collabora con il Politecnico di Milano e da allora abbiamo avviato collaborazioni con una trentina di università internazionali. Mio padre è stato pioniere sul tema dell’efficienza energetica nel nostro settore e ha promosso la creazione di un sistema europeo di certificazione delle prestazioni (o resa in kilowatt), dell’assorbimento energetico e dei livelli di rumorosità: un’idea innovativa per garantire ai clienti la reale efficienza dei prodotti. La propensione alla costante ricerca di innovazione e sostenibilità è da sempre nel nostro DNA.
Che consigli dareste a chi vorrebbe fare l’imprenditore oggi?
Pensi che io volevo fare lo storico! Ai giovani dico che, se essere imprenditori non è apparentemente nelle vostre corde, esistono tante opportunità in un mondo in costante evoluzione: occorrono mente aperta e lavorare molto sulle proprie competenze. Ognuno di noi ha i propri punti di forza e di debolezza, l’importante è esserne consapevoli e farsi aiutare laddove si è più carenti. Vi lascio con il verso di Nâzım Hikmet, che ben rappresenta la nostra filosofia: “I più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti”.
Luca Brambilla