La capacita di ascolto del paziente nell’odontoiatria – intervista a Marco Baldoni

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Marco Baldoni, Professore Ordinario di Clinica Odontoiatrica presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca, dopo aver illustrato il suo percorso accademico e professionale, pone al centro di questo stimolante dialogo la comunicazione con il paziente. 

 Lei oggi ricopre il ruolo di Professore Ordinario di Clinica Odontoiatrica presso Università degli Studi Milano-Bicocca. Quali sono stati gli step principali della sua carriera e quali sfide ha dovuto affrontare?

Dopo la Laurea in Medicina e Chirurgia e la successiva specializzazione in Odontoiatria e Protesi Dentaria e Ortognatodonzia, ho approfondito aspetti culturali-scientifici in ambito clinico e di ricerca in parodontologia presso la Boston University e in Osteointegrazione (Branemak Klinic Göteborg) sotto la guida del Prof. Lekholm.

Nel 1991 vinco il concorso di Ricercatore ma solo dopo la nomina di Professore Ordinario vengo chiamato a fondare e dirigere le Scienze Odontoiatriche Universitarie presso IRCCS San Gerardo di Monza, dal Prelaurea (Corsi di Laurea Magistrale, oggi abilitante, in Odontoiatria e Protesi Dentale, Corso di Laurea in Igiene Dentale) e Postlaurea (Scuola di Specializzazione in Chirurgia Orale).

Ancora oggi sono attive collaborazioni tra la nostra clinica e varie strutture internazionali in Francia, Spagna e America. Ho sviluppato nel tempo attività di ricerca e clinica nell’ambito della Chirurgia Rigenerativa in Parodontologia e Chirurgia Orale, Parodontologia a 360°, e attenzione odontoiatrica ai pazienti con bisogni speciali, nelle differenti fasce d’età e in relazione allo stato di abilità differenti.

I mandati di Presidente di Consiglio di Coordinamento Didattico per i Corsi di Laurea in Odontoiatria e Igiene Dentale, di Direzione del Dipartimento di Medicina e Chirurgia e quelli di Direttore della Scuola di Specializzazione in Chirurgia Orale mi hanno portato a vedere una profonda trasformazione dell’odontoiatra.

Il grande sviluppo scientifico della ricerca ha portato a una nuova classe di odontoiatri, validissimi e preparatissimi dal punto di vista tecnologico, che devono, ricordare però di mettere la stessa umanità e disponibilità dei “vecchi” odontoiatri, sinceramente molto meno preparati di quelli moderni.

In che modo incoraggia lo sviluppo delle soft skills tra i suoi studenti e colleghi all’interno dell’università e della comunità odontoiatrica?

L’arte medica ha avuto un’evoluzione nell’ambito scientifico e tecnologico che richiede a giovani medici, capacità di approfondimento e di aggiornamento continuo, ma non si deve dimenticare che la relazione con il paziente è e sarà sempre il primo passo per la terapia. Insegno ai miei studenti l’importanza dell’ascolto, per capire non solo lo stato di salute, ma in generale il disagio che in quel momento il paziente vive, così da rendere la diagnosi e la terapia sempre più appropriata. La tecnologia negli ultimi decenni ha modificato molto il rapporto medico-paziente allontanando entrambi dal dialogo diretto, sempre più spesso mediato dalla macchina.

In odontoiatria, stiamo osservando un fenomeno simile, per quanto sia ancora possibile avere un rapporto diretto con il paziente. I futuri odontoiatri dovranno apprendere delle tecniche di comunicazione, come base per una corretta diagnosi. La validità tecnologica, la conoscenza medica ed olistica al pari della profonda umanità devono essere i requisiti fondamentali del presente e futuro odontoiatrico.

Marco Baldoni - Professore Ordinario di Clinica Odontoiatrica presso Università degli Studi Milano-Bicocca.

Marco Baldoni – Professore Ordinario di Clinica Odontoiatrica presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca

Quali sono le sfide o opportunità che considera cruciali e potenzialmente emergenti nel campo odontoiatrico?

Il panorama odontoiatrico sta adottando un approccio sempre più strutturato, al fine di sfruttare le innovazioni che sono emerse nel nostro campo, in modo da rendere sempre più sicura la nostra attività, sia per il paziente che per il professionista. Le sfide future riguardano la capacità di introdurre tecnologie moderne senza trascurare la comunicazione costante con il paziente. Dobbiamo tenere conto anche dell’importanza della sicurezza dal punto di vista della componente hardware del nostro lavoro.

Ritengo fondamentale conoscere gli aspetti epidemiologici che caratterizzano il mondo della medicina e di conseguenza dell’odontoiatria moderna. La denatalità, e la globalizzazione alla quale assistiamo non devono essere trascurati nel prendere le future scelte odontoiatriche.

È di altrettanto fondamentale importanza, affrontare con la lucidità professionale operativa le problematiche odontoiatriche e mediche, che i pazienti con bisogni speciali presentano nelle differenti fasce d’età. Si deve considerare una terapia e una prevenzione per tutte le categorie meno fortunate ma ugualmente ben disposte a ricevere il miglior trattamento possibile.

Quali sono gli aspetti più gratificanti del suo lavoro come educatore e professionista dell’odontoiatria, e come la comunicazione contribuisce a rendere più significativo il suo lavoro?

Dopo 40 anni di insegnamento ho l’orgoglio di aver visto numerosi studenti affermarsi nel mondo odontoiatrico come professionisti, come scienziati e docenti anche in sedi universitarie diverse da quella di origine. È la vera mission di un docente universitario poter trasferire le proprie conoscenze e coltivarne di nuove al fianco dei propri ricercatori, e vedere realizzare i propri risultati con nuove tecniche e approcci alla terapia.

La comunicazione da questo punto di vista è tutto. La crescita della nostra clinica in Bicocca è passata dalla capacità dei ricercatori e degli insegnanti, ma ha avuto bisogno del supporto dell’Università, degli ospedali e della capacità complessiva di trasmettere all’esterno il proprio modello di insegnamento e i risultati raggiunti nella formazione, nella ricerca e nell’assistenza.

Senza comunicazione non “esisteremmo”, non avremmo l’eco necessario per diffondere in ambito internazionale i nostri risultati.

Quali consigli chiave può offrire ai giovani lettori per sviluppare e migliorare le loro capacità comunicative e soft skill nel settore, basati anche sulla sua esperienza e competenza?

Nel momento di proclamazione, il giorno della Laurea, da Presidente consiglio sempre di non rompere il cordone ombelicale con l’università, per un continuo aggiornamento postlaurea. Ben inteso, oltre all’università qualsiasi altra sede dispensatrice di cultura è ben valida: il concetto è non chiudere la mente alla cultura MAI!

Carolina Quarantini