Qual è la leadership nell’era dell’intelligenza artificiale? Smart Leadership Canvas

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Acronimo di intelligenza artificiale su sfondo che rappresenta delle connessioni informatiche

Dire che lo sviluppo dell’intelligenza artificiale porterà grandi cambiamenti in tutti i settori afferenti alla vita umana è un’ovvietà. Sostenere che quest’era vedrà anche l’evoluzione di alcuni paradigmi della leadership nel mondo del lavoro è altrettanto logico. Allora, ciò che è essenziale è individuare che tipo di modello di leadership può coesistere con l’intelligenza artificiale, ovvero quali sono le nuove competenze che definiscono un leader tale.

Il libro scritto da Filippo Poletti, Influencer di LinkedIn e giornalista, e Alberto Ferraris, docente di economia e gestione delle imprese all’università di Torino, dal titolo “Smart Leadership Canvas. Come guidare l’evoluzione dell’intelligenza artificiale con il cuore e il cervello”, oggetto del webinar organizzato dal Magazine di Comunicazione Strategica in collaborazione con la casa editrice Guerini Next, si propone di spiegare meglio questo fenomeno per ispirare i leader del prossimo futuro.

Alle analisi quantitative, curate dal CEO di Great Place to Work Italia Alessandro Zollo, nel testo si uniscono una ventina di interviste a noti imprenditori di grandi aziende come Microsoft, Google, Cisco, Siemens, Scalapay. Senza ombra di dubbio – rivelano gli autori – gli incontri più interessanti sono stati quelli che hanno coinvolto:

  • Cristina Zucchetti, Presidente di Zucchetti Group, secondo la quale i KPI della leadership risiedono nella capacità di innovare, di ascoltare, di delegare e di prestare attenzione alla qualità di ciò che si produce o dei servizi che si offre;
  • Luca Barilla, Vicepresidente del Gruppo Barilla, che ha acconsentito a rilasciare l’intervista solo dal vivo e raccontando la storia di suo padre Pietro come esempio di leader virtuoso;
  • Maurizio Stirpe, Presidente del Frosinone Calcio, per aver ricordato che un leader è colui che si circonda di persone più brave e non teme di averle in azienda.

Il dato che suscita più curiosità, a ben guardare, stabilisce che entro pochi anni l’intelligenza artificiale – che gli autori non indicano mai con l’acronimo AI al fine di uscire dalla sua personificazione – sarà determinate per il 50% delle decisioni aziendali che si prenderanno. Oltre a far sgranare gli occhi, questa percentuale fa sorgere una domanda: in che senso?

Come sottolineano gli autori, non significa che l’intelligenza artificiale sostituirà i decision-makers all’interno delle organizzazioni, bensì che sarà in grado di minimizzare i tempi entro i quali le decisioni vengono prese, offrendo più alternative e elaborando sintesi. Si tratta di un super strumento che deve essere guidato da leader di cuore e di cervello.

Ecco apparire, quindi, un modello di leadership smart che si sostanzia in tre parole chiave:

  1. collaborazione, che rifiuta la competizione;
  2. cuore, che promuove la valutazione delle persone, necessaria per la rivoluzione nell’era dell’intelligenza artificiale;
  3. cervello, che prioritizza una visione strategica rispetto a una tattica a breve termine.

Per testare questo modello all’interno del libro vi è un test auto-valutativo, lo smart leadership canvas, che, riprendendo i tre elementi sopracitati, presenta una piattaforma composta da una sezione centrale nella quale i manager descrivono la proposta di valore che vogliono dare alla collaborazione tra uomo e macchina per determinate attività; a destra di questa vi è una sezione dedicata all’indicazione delle persone con cui si vuole lavorare e a come si intende sviluppare il well-being (cuore); mentre a sinistra si trova l’area del cervello che corrisponde a definire come raggiungere gli obiettivi di business con l’ausilio dell’intelligenza artificiale. Il canvas è, inoltre, completato da un box dedicato agli ostacoli allo sviluppo della leadership smart e da una to-do list che il leader deve seguire per la sua crescita professionale e per quella dei suoi collaboratori.

È così che, con l’intelligenza artificiale, la Leadership smart diventa una leadership “fluida e upserving”, ovvero priva di una catena di comando e controllo tipica della gerarchia e che dà di più.

Saremo in grado di arrivare a realizzarla? La speranza è quella, la certezza è che dobbiamo iniziare a dotarci degli strumenti più utili per renderlo possibile.

Antonella Palmiotti