Questo è il modo in cui il tuo cervello vuole imparare

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Nel corso degli studi, molti di noi avranno sicuramente sperimentato la tecnica dello “stipare” nel cervello tutte le informazioni richieste per un test o un esame: quante volte è successo di ridursi la sera prima di un esame a studiare a più non posso?

E se anche questa tattica può aver dato i suoi frutti (intendendo insomma che l’esame l’abbiamo passato comunque), non è questo quello di cui il nostro cervello ha bisogno: il cervello ama assorbire le informazioni. Solo una o due settimane dopo l’esame, i dettagli di quanto studiato saranno già confusi, se non completamente cancellati.

È facile portare queste cattive abitudini di apprendimento nella vita lavorativa, ma questo approccio non è né sostenibile né auspicabile.

Durante uno studio è stato chiesto ai partecipanti di studiare, cercando di recepire e memorizzare le informazioni richieste È stato poi chiesto loro di riposare. All’insaputa dei soggetti, sono state osservate le reazioni del cervello durante il momento di riposto: il cervello continua a ripassare le informazioni trattate durante la fase di studio. È emerso come i partecipanti il cui cervello mostrava più “replay” durante quel periodo di riposo fanno meglio i test di richiamo in seguito.

Insomma, a quanto pare il nostro cervello continua a studiare per noi anche mentre ci stiamo riposando.

Una sessione di studio di quattro ore, così come una riunione di gruppo o una presentazione, richiede moltissima attenzione, la cui qualità inevitabilmente diminuirà man mano che si andrà avanti nel tempo. È semplicemente più sensato, dal punto di vista cognitivo, optare per piccole sessioni di apprendimento di alta qualità, della durata massima di un’ora, magari ricche di discussioni e partecipazione, per far sì che le idee restino attive senza occupare molto tempo.

Questo è il modo in cui il tuo cervello vuole imparare

Invece di stipare nel cervello quattro ore di studio matto la sera prima di un test o di una riunione, è importante pianificare una manciata di sessioni da 30 a 60 minuti nelle settimane precedenti.

Non è una scienza missilistica, ma richiede un po’ di accortezza e gestione del tempo, per esempio si può provare a organizzare su un planner o un calendario quello che dobbiamo imparare entro la data per cui dobbiamo farlo.

Qualunque sia il metodo che si sceglierà si usare, la verità è che sovraccaricare il cervello per un incontro probabilmente non ci aiuterà a mostrare la esperienza e competenza in modo significativo. Le conversazioni più profonde che permettono di dimostrare le conoscenze si servono di richiami ed intuizioni: in altre parole, si basano su cose che ricordiamo in maniera approfondita e per molto tempo. Ma la buona notizia è che il nostro cervello è già stato creato per acquisire e archiviare le informazioni in questo modo. Se fatto bene, studiare richiederà meno tempo e impegno di qualsiasi altra sessione di studio matto dell’ultimo minuto.

La Redazione