Spazio prossemico: “io amo l’umanità, è la gente che non sopporto”.

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Cos’è lo spazio prossemico?

Ognuno di noi ha il proprio spazio personale, una bolla virtuale costruita intorno a noi all’interno della quale ci sentiamo sicuri. Un’altra prerogativa che attribuiamo a questo spazio è il suo rispetto da parte di chi ci circonda. Esclusi alcuni casi particolari, ci sentiamo disturbati o, peggio, intimoriti dall’invasione della nostra zona sicura e siamo portati a reagire negativamente. Questo spazio è definito spazio prossemico. Se in un’occasione sociale di incontro, una festa per esempio, nessuno si avvicinasse a noi, ci sentiremmo socialmente esclusi. Qual è, dunque, la spiegazione di questa incongruenza? La risposta, data dalla prossemica, ovvero la scienza che si occupa di questo aspetto comunicativo, consiste nell’interpretare questa bolla come una necessità inconscia. La distanza che stabiliamo nei confronti di una persona si manifesta attraverso dei gesti impulsivi che trasmettiamo e che l’interlocutore, sempre involontariamente, coglie.

Spazio prossemico

Come misurare lo spazio prossemico di un’altra persona?

Edward T. Hall, fondatore della prossemica, ha classificato la distanza che comunemente manteniamo con un’altra persona in quattro tipologie.

  • La distanza intima. Va dai 0 ai 45 cm ed è la distanza che comunemente ci separa da una persona con cui abbiamo un rapporto affettivo.
  • La distanza personale. Va dai 45 ai 120 cm ed è la distanza abitualmente adottata dagli amici per interagire.
  • La distanza sociale. Può variare da 1 metro fino a 5 metri ed è la distanza che si nota tra soggetti con un rapporto di semplice conoscenza.
  • La distanza pubblica. Può espandersi oltre i 3 metri ed è la distanza comunemente adottata dagli oratori nelle circostanze pubbliche.

La prossemica è dunque molto utile nel gestire in modo rispettoso e positivo il rapporto con le persone che ci circondano.

Luca Brambilla