Un futuro più sostenibile – Intervista a Elza Bontempi

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Economia Circolare

Elza Bontempi, professoressa ordinaria di Fondamenti chimici delle Tecnologie presso l’Università degli Studi di Brescia, è stata riconosciuta dalla Standford University tra le ricercatrici al modo più influenti nell’ambito “Materials”. Dalle sue parole emerge tutto l’impegno profuso nel suo lavoro per contribuire in modo positivo a un futuro più sostenibile per il pianeta, anche attraverso le sfide che ha dovuto affrontare per affermarsi nei settori accademico e della ricerca.

Lei oggi ricopre il ruolo di professoressa ordinaria di Fondamenti chimici delle Tecnologie presso l’Università degli Studi di Brescia. Quali sono stati gli step principali della sua carriera e quali sfide ha dovuto affrontare?

Dopo aver conseguito la laurea in ingegneria ambientale, ho intrapreso un percorso di dottorato in materiali per l’ingegneria. Attualmente ricopro il ruolo di professore ordinario di Fondamenti chimici delle Tecnologie presso l’Università degli Studi di Brescia e mi impegno anche nel campo delle materie STEM. Una delle sfide iniziali che ho affrontato è stata quella di essere una delle poche donne in questo settore. Il mio punto di forza è stato avere una responsabile del settore donna che ha compreso il mio percorso e ha costantemente supportato me e le mie colleghe. Inoltre, in un contesto dove conciliare vita personale e professionale è impegnativo, ho avuto il privilegio di poter condividere con le mie figlie alcune esperienze lavorative, creando un ambiente che mi faceva sentire apprezzata e realizzata. Essere circondati da un ambiente che amiamo fa una differenza enorme, perché lo sentiamo come una seconda casa. Grazie a questa opportunità e alla situazione di relativo equilibrio che ho raggiunto non ho mai rinunciato né ai miei sogni né alla mia famiglia.

Qual è stata la sua esperienza personale riguardo alla formazione continua e allo sviluppo delle soft skill? 

La mia esperienza è stata principalmente da autodidatta, ma ho sempre riconosciuto l’importanza delle attività formative complementari alla formazione dedicata.

Ho partecipato attivamente a conferenze per aggiornare le mie competenze, il che mi ha anche permesso di affinare le mie capacità comunicative con gli altri. Attraverso la partecipazione a numerosi eventi divulgativi, ho imparato a adattare la mia comunicazione in base al pubblico che avevo di fronte, che fossero colleghi o studenti, infatti, la comunicazione riveste un ruolo fondamentale nel rapporto con i colleghi ed è un vero biglietto da visita. Ho anche cercato di innovare il mio metodo di insegnamento per adeguarlo alle mutevoli esigenze degli studenti, utilizzando metodologie pedagogiche specifiche per migliorarne la comprensione.

Inoltre, ho sviluppato un network, stabilendo collaborazioni con professionisti e aziende e aumentando la mia visibilità professionale sui social media, un aspetto che ho trovato fondamentale per il mio percorso.

Elza Bontempi, professoressa ordinaria di Fondamenti chimici delle Tecnologie presso l’Università degli Studi di Brescia.

Nella sua carriera ha lavorato in ambiti diversi, anche se sempre connessi con i materiali. Cosa ha imparato da queste esperienze e qual è l’impatto che con il suo lavoro e ricerche intende imprimere nel mondo?

Le mie ricerche mirano a lasciare un’impronta significativa nel mondo, con l’obiettivo di contribuire a un futuro più sostenibile per il nostro pianeta. Mi impegno per promuovere l’adozione di pratiche di economia circolare, che mirano a recuperare materiali preziosi per ridurre il consumo di risorse naturali attraverso il riciclo e il corretto smaltimento dei materiali.

In questo senso la transdisciplinarità è diventata una parte integrante del mio approccio alla ricerca e allo sviluppo dei materiali ed è stata fondamentale per affrontare sfide complesse e per raggiungere risultati innovativi. Ho potuto esplorare diverse collaborazioni e integrare conoscenze provenienti da diverse aree per affrontare problemi complessi. Ogni disciplina porta con sé competenze e approcci unici, e la combinazione di queste prospettive complementari ha spesso portato a soluzioni innovative ed efficaci.
So che non è un percorso facile, ma credo fermamente che valga la pena impegnarsi in questa direzione.

Quali sono, secondo lei, i punti in cui il suo settore e, più in generale quello della ricerca, può e deve ancora migliorare a livello di inclusione e parità di genere?

Prima di diventare ricercatrice, non ero pienamente consapevole dei problemi di inclusione e parità di genere. La mia esperienza e le conversazioni con colleghi impegnati nella promozione di queste problematiche mi hanno aperto gli occhi su questioni cruciali che richiedono azioni concrete.

È essenziale garantire un coinvolgimento attivo delle donne e promuovere la loro partecipazione nei ruoli di leadership. Così come garantire che la parità salariale sia basata sul merito e sulla trasparenza, evitando discriminazioni di genere.

Un ambiente di lavoro inclusivo è un pilastro fondamentale per favorire la partecipazione delle donne. Questo significa promuovere politiche aziendali che consentano alle lavoratrici di conciliare il lavoro con la vita familiare, ad esempio attraverso la creazione di asili aziendali. Inoltre, dobbiamo offrire modelli femminili realistici e accessibili, che rappresentino donne indipendenti e di successo.

Quali consigli darebbe ai giovani lettori e chi è interessato a intraprendere una carriera nella sua area di studio?

Vorrei condividere alcuni consigli basati sulla mia esperienza. Prima di tutto, credo che ognuno debba seguire la propria passione e scegliere ciò che lo fa sentire appagato. È normale avere dubbi e incertezze, soprattutto all’inizio della propria carriera. Se si è indecisi sulla strada da intraprendere, consiglio di prendersi del tempo per esplorare le opportunità, magari sperimentando la ricerca o un dottorato.

La flessibilità è importante: sperimentare diversi ambiti e acquisire soft skill è fondamentale per la propria crescita professionale. Infine, credo che ogni carriera debba contribuire al benessere della società e al suo sviluppo costruttivo. Ognuno di noi può fare la differenza nel proprio ambito, contribuendo a un futuro migliore per tutti.

Giorgia Raguzzi