Un MBA d’eccellenza – Intervista a Stefano Pogutz

Tempo di lettura: 7 minuti.

Oggi è direttore del Full Time MBA in SDA Bocconi. Ci racconti quali sono stati gli step della sua carriera.
Sono entrato in Bocconi nel 1987 e ho deciso di dedicare la mia carriera professionale a tematiche legate al mondo della sostenibilità. Ho iniziato a lavorare nel dipartimento di Management in Bocconi, all’epoca denominato “Economia delle aziende Industriali e Commerciali”. Ho insegnato Innovation & Operation e Management per moltissimi anni, esperienza che mi ha dato la possibilità di allargare il mio spettro di competenze funzionali, quali marketing, finanza, strategia, operation, teoria d’impresa, economia industriale.

Ho sempre lavorato in Bocconi in un centro di ricerca che, negli anni 90’, si occupava di protezione aziendale e di tematiche legate all’ambiente-natura e sicurezza sul lavoro. Quando le tematiche riguardanti l’ambiente si sono sovrapposte a quelle manageriali, abbiamo deciso nel 2002 – insieme all’università Bocconi – di creare un Master specialistico sui temi della sostenibilità in cui ho inizialmente insegnato e che ho poi diretto, tra il 2008 e il 2012, trasformandolo in un programma in inglese.

Dal punto di vista dell’evoluzione della mia carriera professionale, negli ultimi cinque anni si è aperto uno spazio in SDA su tematiche legate alla mia specializzazione e, due anni fa, mi è stato chiesto di subentrare nella direzione del MBA full-time per dare il mio contributo in ambito impact, purpose e sostenibilità.

Cosa caratterizza il percorso full-time MBA della SDA Bocconi e cosa vi rende così attrattivi e performanti?
Ci sono diversi aspetti importanti. Il primo è legato al prodotto che facciamo: l’MBA full-time è erogato interamente in presenza, salvo alcuni corsi propedeutici. L’aspetto più distintivo del nostro MBA è dato dalla classe di dimensione relativamente contenuta, formata da un centinaio di studenti, mentre i nostri principali concorrenti propongono programmi molto più grandi in termini di numero di iscritti. In questo modo i nostri partecipanti hanno la possibilità di interagire meglio tra loro, anche grazie a molti lavori in team; in più hanno una relazione diretta con i docenti, con il Dean e con lo staff del career service e dell’amministrazione.

L’opportunità di collaborare con gli altri programmi della scuola in attività quali workshop o seminari, ci permette di superare il limite dimensionale. Elemento fondamentale è che l’MBA, rispetto ad altri programmi, è erogato in maniera veloce, flessibile e modulare: veloce perché è erogato in un periodo di 12-15 mesi, durante i quali la faculty trasferisce elevate competenze ai discenti, e dopo soli 9 mesi questi hanno la possibilità di trovare un’occupazione; flessibilità e modularità perché diamo la possibilità agli studenti, con gli ultimi due moduli del programma, di sviluppare business-case, internship, progetti imprenditoriali, exchange internazionali e il numero ridotto di partecipanti dà la possibilità di avere un approccio più customizzato. Un altro elemento sta nella diversità culturale degli studenti; infatti, il 75% degli studenti non è italiano, abbiamo oltre 30 rappresentanze geografiche e questo dà modo di lavorare sull’inclusione valorizzandola nell’apprendimento.

Infine, ciò che ci contraddistingue è l’elevata qualità didattica a livello mondiale, possibile grazie alla qualità della faculty proveniente da percorsi internazionali e composta anche da manager di altissimo livello, con un’incomparabile esperienza sia nella research sia della practice, che si traduce in un’ottima qualità di teaching.

Secondo lei, chi investe tempo, energia e speranza in un percorso MBA cosa effettivamente ricerca?
In maniera molto pragmatica, chi inizia un percorso MBA vuole ottenere un triplice cambiamento: cambio di funzione, cambio di industry e cambio di geografia; questo è detto “Triple Jump”. Per ottenere questo risultato è necessario intraprendere un percorso finalizzato ad aumentare, integrare o migliorare le competenze. Inoltre, è fondamentale avere un accesso maggiore o facilitato al mercato grazie anche alla costruzione di un network all’interno dell’MBA; accesso che si realizza anche attraverso il supporto del Career Development Center.

Stefano Pogutz, direttore del Full Time MBA in SDA Bocconi.

Che valore attribuisce alla formazione continua e alle soft skills per la crescita professionale in un mondo sempre più tecnologico?
Nel MBA full-time le soft skills e le behaviour skills costituiscono tematiche molto importanti che vengono integrate in tante diverse modalità attraverso corsi di negotiation, di leadership, workshop, attività di interazione fatta sia in chiave accademica sia in chiave di career service, con attività che puntano al coaching e sviluppo con mentoring.

Che consigli darebbe a un giovane che si sta per affacciare al mondo del lavoro?
Il mercato del lavoro nei prossimi anni avrà un livello di turbolenza estremo dato dall’impatto dell’Open AI e dalle nuove tecnologie. In vista di questo, penso sia necessario mettere davanti agli occhi dei neolaureati l’idea di continuare con la formazione, perché le discontinuità a livello tecnico-sociale-organizzativo saranno sempre più frequenti e ci sarà, dunque, maggiore necessità di modificare e adattare le competenze. Nei prossimi anni dovremo essere in grado di distruggere il set di competenze distintive per poterne creare altre in quanto, ogni volta che cresciamo, queste dovranno essere sempre di più adattate o nuove. Ciò significa sia che bisogna creare una interrelazione tra competenze orizzontali e verticali ed essere capaci di collegare le une con le altre.

Luca Brambilla