Una parola sotto l’ombrellone: abbondanza

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Esistono innumerevoli attività che si possono svolgere durante le ferie estive per combattere la noia del “dolce far niente” che incombe sulle giornate accompagnate dal caldo soffocante, alternando il meritato riposo alla possibilità di mantenere la mente allenata. Una di queste è la visione di un film come vi abbiamo proposto qui (The Social Network) e qui (Joy).

Non occorre andare lontano, invece, per prendersi cura dei nostri pensieri. Mentre siamo immersi nella routine lavorativa e privata, l’azione prevale sulla riflessione e ci spinge a procedere entro un binario ben definito, scandito da tempistiche spesso serrate. Quando la tensione si allenta, capita invece di essere sopraffatti dalle valutazioni, dai bilanci che non sempre sono privi di preoccupazioni. Lo stesso accade a molti di notte o nel fine settimana. Un pensiero che ha riguardato la maggior parte di noi è stato il senso di privazione che ha accompagnato gli ultimi due anni e che incombe ancora, in relazione alla situazione politico-economica ed ecologica.

La comunicazione interpersonale, la comunicazione pubblica e la comunicazione mediatica in generale fanno prevalere tematiche e toni legate alla privazione. I termini, le immagini e perfino i suoni utilizzati rimandano a un immaginario di scarsità. I marker “non, neanche, né, no, sotto”, verbi e aggettivi quali “mancare, insufficiente, poco, povero,” sostantivi come “sanzioni, debito, inflazione, quarantena, pandemia, crisi, siccità, disoccupazione” o gli slogan più o meno velatamente negativi con immagini di siringhe, mascherine e tonnellate di rifiuti. Questi indicatori – scelti con cura nella comunicazione professionale, ricalcati da modelli nella comunicazione privata – hanno un effetto preciso.

Esistono innumerevoli attività che si possono svolgere durante le ferie estive per combattere la noia del “dolce far niente”.

Nel lungo periodo:

  • Incrementano i livelli di stress, con un effetto dannoso sull’equilibrio ormonale
  • Sottraggono energia all’agire concreto e alla ricerca di soluzioni
  • Limitano le possibilità di scelta
  • Vengono replicati nelle conversazioni in forma automatica
  • Ci fanno apparire la privazione come parte inevitabile dei processi umani
  • Aumentano la competizione

Soffermiamoci un istante. L’estate è il periodo giusto per notare dove e quando l’abbondanza appare all’osservatore attento. Il rigoglio della natura e la vastità degli spazi aperti, il numero di tesori d’arte del nostro Paese, la varietà della cucina e della musica, le nostre conoscenze e competenze accumulate in anni (tanti!) di esperienza, le nostre piccole e grandi conquiste, le persone a noi più care, i nostri progetti (quanti i sogni nel cassetto?), la nostra casa (quanti oggetti e collezioni contiene?).

Ci possono essere obiezioni a questo ragionamento, ma i benefici di pensieri sintonizzati sull’abbondanza sono indubitabili:

  • Migliorano la qualità del sonno, riducono l’ansia e gli attacchi di panico
  • Aprono le porte a un maggior numero di relazioni
  • Riducono emozioni tossiche come il risentimento e l’invidia
  • Aumentano l’energia mentale e la ricerca di soluzioni operative
  • Riducono lo stress e le possibilità di essere vittima di depressione
  • Valorizzano gli altri e favoriscono la cooperazione
  • Aumentano la nostra stessa autostima

Alcune cose non dipendono da noi, tuttavia le abbiamo ricevute in custodia; altre sono opera di esseri umani come noi cui va la nostra gratitudine. Molte le abbiamo create direttamente.

Dovremmo quindi allenarci a riformulare il nostro pensiero:

  • Ci sono abbastanza risorse per tutti.
  • Abbiamo la possibilità di scegliere il meglio per noi e per gli altri.
  • Se riusciamo a creare scarsità, possiamo sicuramente creare abbondanza.

Cecilia M. Voi

Fonti:

7 Scientifically Proven Benefits of Gratitude – By Amy Morin