Velocità: come farla diventare un’arma sul lavoro

Tempo di lettura: 3 minuti

Velocità è una delle parole chiave del mondo del lavoro. Chi meglio comprende questo valore e chi per primo lo declina in azione, avrà numerosi vantaggi, primo tra tutti quello di fare più soldi. Con questo articolo inizia un nuovo ciclo nel quale verranno messi in luce alcuni valori chiave da incorporare al proprio business e alla propria sfera personale.

Partiamo schivando un’obiezione tipica: poiché la realtà lavorativa è complessa, non si può essere veloci. L’esperienza invece mi insegna proprio il contrario: chi è bravo sul lavoro, efficace, performante, è anche veloce. Mi sono più volte stupito del fatto che le persone più importanti e in gamba che ho conosciuto sul lavoro siano sempre state anche le più veloci a rispondere a un’e-mail, a fornire un’opinione riguardo un progetto ed ovviamente, a intervenire attivamente per realizzarlo.

Andando a fondo della questione, ho poi effettuato una scoperta: velocità fa rima con organizzazione. Se si vuole essere veloci e performanti, infatti, bisogna essere organizzati, sia nella gestione del proprio tempo, sia, qualora si fosse un manager, nella gestione dei processi. Chi infatti affronta la giornata con uno schema ben chiaro in testa riuscirà a dominare gli imprevisti o, almeno, a non esserne sempre sopraffatto.

Come gestire gli imprevisti

Spesso ho sentito parlare di imprevisto dandone troppo spazio e ritengo che sia molto pericoloso non distinguerlo attentamente in due categorie.

Un primo tipo è quello che potremmo definire, parafrasando il premio Nobel Daniel Kahneman, l’imprevisto “cigno nero“: si tratta di un evento imprevedibile e casuale. In questo caso è naturale comprendere come sia impossibile immaginare, anche solo lontanamente, l’evento e, di conseguenza, ci si deve concentrare solamente sulla miglior reazione possibile piuttosto che sul tentativo di prevenirlo. 

Velocità: come farla diventare un'arma sul lavoro

La seconda categoria è invece, paradossalmente, quella degli imprevisti-prevedibili: ovvero quegli imprevisti che non si possono prefigurare nel dettaglio. Ma che occorre genericamente preventivare, con un’organizzazione per l’appunto adeguata. Grazie, infatti, a un allenamento costante di organizzazione di tutto il lavoro, qualora si presentasse l’imprevisto, si genererebbero in automatico delle reazioni calcolate, le quali permetterebbero di rispondere in maniera veloce e opportuna al problema presentatosi. Riprendendo infatti il tema iniziale, è evidente che quando scrivo del tema della velocità intendo la velocità propria di un’azione mirata e ponderata e non di una istintiva, la quale è da scartare in qualunque caso.

Un esempio che traggo dal mio lavoro è legato alla modalità di preparazione di alcuni imprenditori, riguardante le negoziazioni che dovranno affrontare. Dopo aver predisposto il caso reale, costruisco di fronte all’imprenditore numerosi scenari e personifico la controparte, sostenendo un numero notevole di offerte e proposte. L’obiettivo è di allenare la mente dell’imprenditore a predisporre una serie di pattern mentali, in modo da potergli permettere di guidare la trattativa nella direzione in cui egli desidera. Ecco allora che la negoziazione si svolge con serenità e rapidità e il cliente si sente oltretutto dire: “Mi piace fare business con lei perché è un uomo pratico, concreto, veloce”. Peccato che dietro a quella velocità di risposta ci sia stato probabilmente un intero pomeriggio di allenamento. 

Un ultimo consiglio: se vi allenate a essere preparati e quindi a essere veloci potrete dettare voi il ritmo di una trattativa, che potrebbe riguardare il ristorante in cui andare a cena o un acquisto da portare a termine per una grossa azienda. Avrete il vantaggio di dare risposte preventivate mentre la controparte fornirà perlopiù repliche improvvisate. In questo ultimo senso è vero il detto “presto e bene raro avviene”; per cui, se volete procedere più velocemente, sedetevi a preparare la vostra prossima mossa.

Luca Brambilla

Fonte