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Come nasce Sistemi Formativi Confindustria? Qual è la vostra mission?
Sistemi Formativi Confindustria (SFC) è una società consortile per azioni senza scopi di lucro nata nel 1993 a seguito della definitiva trasformazione dell’Associazione Enfapi Confindustria, sorta negli anni ’60. La Società conta oltre 75 soci di varia natura: Associazioni Imprenditoriali, società di servizi, enti di formazione, scuole di management e imprese associate. Questa rete capillare molto vivace favorisce lo scambio di informazioni ed esperienze, la diffusione del know-how, la valorizzazione delle eccellenze e la promozione di grandi progettualità condivise a favore delle imprese e del sistema associativo. La mission di SFC si concretizza nella promozione, progettazione, organizzazione e coordinamento di servizi nel campo della formazione, della ricerca e dell’assistenza tecnica. La società opera attraverso tre linee di business: Altascuola, dedicata alla formazione degli Imprenditori con cariche associative e alle risorse umane del Sistema Confindustria; Risorse e Progetti, dedicata alla promozione della formazione, ricerca e sviluppo ed assistenza tecnica di Imprese e Pubblica Amministrazione grazie a iniziative finanziate attraverso Fondi comunitari nazionali o Interprofessionali; Europe Network, l’area business che si riferisce ad attività internazionali finanziate da Fondi comunitari.
Quali sono i punti di forza dell’Altascuola?
Le attività di Altascuola sono dedicate a due target specifici: gli imprenditori, la cui formazione ha un ruolo strategico perché esprimono la leadership “politica” del sistema stesso, e il management associativo, le cui attività formative rappresentano il core delle attività erogate da SFC poiché tale formazione accompagna la risorsa durante tutta la sua vita lavorativa. Il punto di forza di Altascuola è la sua organicità; i percorsi sono distinti ma ben integrati tra loro e hanno un metaobiettivo comune: favorire la crescita della leadership e sviluppare la rete di relazioni e conoscenze per garantire la competitività delle imprese e del Paese. Ciò che ci contraddistingue è la cura nel definire e perseguire gli obiettivi formativi, la scelta di faculty altamente profilate e l’impegno nel mantenere viva la cultura dell’imparare, che fa parte del circolo virtuoso della conoscenza continua.
Che valore date alle soft skills nei vostri programmi?
I nostri programmi prevedono il trasferimento di soft skills a tutti livelli. Esempi ne sono il Form In, il programma per i neoassunti, o il Form Up, dedicato al middle management associativo. Anche i Presidenti e i Vicepresidenti hanno seguito un corso su comunicazione e public speaking. Per i Direttori del Sistema abbiamo realizzato un percorso sulla gestione dei gruppi virtuali e la cultura agile, skill necessarie in questi tempi sempre più virtuali. Nei nostri percorsi diamo valore alle soft skill perché creano valore, sembra un gioco di parole, ma non lo è. Per quanto le hard skill siano importanti, sono le soft a garantire il valore aggiunto perché permettono di far emergere chi ha una marcia in più. Nell’ultimo periodo, inoltre, sta prendendo sempre più piede la dicitura power skills proprio per valorizzare ancor di più la portata strategica di queste competenze e sottolineare il ruolo chiave che hanno nell’avere successo a qualsiasi livello all’interno di un’organizzazione.
Quali progetti e sfide avete in mente per il futuro?
Continueremo ad essere al fianco dei nostri Soci, del Sistema associativo e delle imprese per mettere in pista grandi progetti che possano favorire lo scambio di esperienze, buone pratiche, lezioni apprese e diffondere il know-how per garantire la trasformazione e lo sviluppo dell’intero Paese. Dal punto di vista più operativo ed interno, proseguiremo il percorso di ottimizzazione di tutte le centrali di formazione che rispondono direttamente a Confindustria, al fine di favorire ed accrescere lo sviluppo di sinergie tra i diversi attori nel campo della formazione. Inoltre, abbiamo in programma di redigere un Gender Equality Plan (GEP), un piano progettuale e programmatico che definisca obiettivi e azioni da intraprendere per garantire la parità di genere riducendo le asimmetrie e valorizzare tutte le diversità per favorire l’inclusività.
Cosa consiglierebbe ai giovani che stanno per entrare nel mondo del lavoro?
Ai giovani che stanno per approcciarsi al mondo del lavoro direi di non rinunciare alla formazione: l’upskilling ed il reskilling sono fondamentali perché il lavoro cambia ad una velocità sorprendente. Secondo, mantenersi aperti alle varie opportunità: le organizzazioni sanno apprezzare chi ha esperienze eterogenee e anche non perfettamente in linea con il percorso di studio. Terzo, essere pronti a mettersi in gioco e sfruttare il proprio potenziale di competenze che nelle varie situazioni pensando “out of the box”.
Luca Brambilla