7 passi per far lavorare meglio i propri collaboratori

Ogni manager è chiamato a dare prova di leadership con i suoi collaboratori, così da migliorare il lavoro di tutti.

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In ciascuna azienda il più grande spreco di risorse è quello riferito al capitale umano. Molte ricerche infatti riportano che, di media, sul lavoro le persone si impegnano anche fino al 50% in meno rispetto al rendimento di cui potrebbero dar prova se fossero correttamente motivate. Per questo ogni manager è costantemente sfidato all’innovazione e non mi riferisco alla nota innovazione di carattere tecnologico di cui si sente spesso parlare, bensì quella di leadership nei confronti delle proprie risorse. L’obiettivo del manager è quello di rendere stimolante e avvincente il lavoro di ciascuno dei suoi collaboratori e per farlo consiglio di seguire i seguenti sette passi.

1) Sfida. Assegna ai dipendenti dei compiti complessi, dimostrando che credi nelle loro capacità. Evita quindi di mortificarli affidandogli meri lavori di routine che qualunque bravo calcolatore saprebbe fare. 

2) Libertà. Non monitorare costantemente il lavoro dei tuoi collaboratori, lasciali invece liberi, anche di sbagliare. Più si sentiranno liberi, più crescerà in loro la responsabilità e il desiderio di portare a termine un lavoro ben fatto. La delega presuppone sempre una fiducia da parte del committente. 

3) Controllo. Non c’è delega senza controllo, ma questo momento dev’essere sempre pianificato in modo tale che si traduca in un incontro di reale confronto e supporto e non di incursione violenta sul lavoro che il collaboratore designato sta svolgendo. Occorre che il manager sia come un guardrail: evita alla macchina di sbandare, ma la lascia libera di correre. 

7 passi per far lavorare meglio i propri collaboratori

4) Rispetto. Qualunque capo sa che deve ascoltare in maniera attenta e silenziosa le opinioni dei propri collaboratori: è una delle azioni più semplici che può fare, nonché estremamente utile a motivarli e farli sentire concretamente parte di un team. Qualche tempo fa ho avuto il piacere di lavorare con un top manager che, durante le riunioni con i propri uomini, è solito prendere appunti in merito a ciò che ascolta e con la stessa intensità dimostrata negli incontri con il proprio presidente. È sicuramente uno dei motivi per cui viene amato da tutti e per il quale i suoi collaboratori sarebbero disposti a fare qualunque sacrificio. 

5) Calore umano. I collaboratori devono percepire che sono trattati come esseri umani piuttosto che come semplici collaboratori e per questo motivo serve coltivare un rapporto professionale e personale, come se si facesse parte di un’unica famiglia. Recentemente ho conosciuto il direttore di TGCOM24, Paolo Liguori, ottimo esempio di manager che ha saputo trasformare il proprio team di lavoro in una squadra appassionata. In occasione del suo compleanno ha invitato tutti i collaboratori a un colossale pranzo presso il McDonald’s situato vicino alla sede di Mediaset. Erano presenti sia gli alti dirigenti dell’azienda, sia gli ultimi stagisti arrivati, in un’armonia difficilmente riscontrabile in aziende di questa grandezza. 

6) Esperienza di successo. Il bravo manager sa costruire uno storytelling tenendo conto e valorizzando le vittorie passate del proprio team. È importante menzionare i successi per ricordare ai propri collaboratori che se un problema è stato superato già una o più volte, sicuramente lo si potrà risolvere nuovamente e con minor fatica. Non si vuole qui inneggiare al trionfalismo, ma semplicemente instillare in tutti uno spirito positivo.

7) Positività. Tra tutti i passi citati probabilmente quello più importante è proprio quest’ultimo che consiste in una comunicazione sempre tesa a valorizzare gli aspetti positivi. Ciò che motiva maggiormente una persona è vedere il proprio capo credere in lui più di quanto lui creda in se stesso. Qualche tempo fa, ho partecipato a una riunione a porte chiuse in cui a un manager era stata affidata un’importante negoziazione e durante la quale ho svolto il ruolo di suo partner. L’amministratore delegato dell’azienda ha visto fin da principio, negli occhi di quella persona, la paura di non farcela, così ha cambiato immediatamente tono nel parlare, gli ha messo una mano sul braccio e gli ha detto guardandolo negli occhi “ricorda che tu vali di più di quanto gli altri pensano di te”. È bastata quella semplice frase per riaccendere in lui il coraggio e una voglia di lavorare che ha contribuito fortemente alla felice conclusione dell’operazione. 

Luca Brambilla

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