Comunicare attraverso la Street Art

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“Il muro, come si sa, invoca la scrittura: non c’è un muro, in città, senza graffiti. È in qualche modo il supporto stesso a detenere un’energia di scrittura, è lui che scrive e questa scrittura mi guarda: non c’è niente di più “guardone” di un muro scritto, perché nulla viene guardato o letto con maggiore intensità” – Barthes (1996:64) 

Quando si parla di comunicazione, il pensiero ricorre ai mezzi più tradizionali come radio, televisione, stampa, ma la comunicazione ha molte forme. Capire come cambia, come si evolve, ci aiuta a comprendere dove stiamo andando e il nostro futuro. La Street Art è una forma di comunicazione le cui origini risalgono agli anni Settanta. Rappresenta la storia di ragazzi ribelli che abitano le periferie americane più difficili dove i poveri, gli immigrati e in particolare gruppi etnici come afroamericani e latini vivono segregati in veri e propri ghetti. Nelle grandi metropoli e soprattutto a New York, le comunità del Bronx e di alcune aree di Brooklyn iniziano a ribellarsi e lo fanno attraverso questa forma di manifestazione che diventa veicolo di protesta sociale

In Europa la Street Art nasce grazie a Banksy, uno degli Street Artists anticonformisti più famosi al mondo di cui la vera identità è ancora ignota e le cui opere sono esposte nelle gallerie d’arte più famose.  I suoi lavori, sicuramente provocatori e mai banali, sono spesso messaggi contro la guerra e l’uso delle armi in generale, contro il capitalismo sfrenato che va a discapito delle popolazioni più povere e sono riconducibili all’autore per la particolare tecnica dello stencil, utilizzata così sovente che ne è diventato il punto di riferimento.   

Ma quando parliamo di Street Art parliamo di una forma di arte, di comunicazione o di vandalismo? È il movimento artistico più diffuso al mondo ed è sicuramente una forma di comunicazione che cresce di anno in anno in visibilità, impatto sociale e valore economico. Potremmo persino dire che stia cominciando a essere percepita come patrimonio artistico contemporaneo legato all’arte urbana, tant’è vero che negli ultimi anni anche in Italia sono state allestite, in favore delle opere legate alla Street Art, diverse gallerie a cielo aperto, musei e mostre, come ad esempio la mostra Street Art – Banksy & Co organizzata presso Palazzo Pepoli a Bologna nel 2016. 

La Street Art rappresenta la tendenza delle nuove generazioni a dare vita a nuovi modi di comunicare o reinterpretare la comunicazione e si rivela un campo di osservazione molto interessante per provare a studiare come l’uso dei tropi insieme alla spazialità giochi un ruolo fondamentale nella costruzione di una strategia comunicativa. Barthes parla della città come di un discorso: “La città parla ai suoi abitanti, noi parliamo la nostra città, la città in cui ci troviamo, semplicemente abitandola, percorrendola, osservandola.” (Barthes 1991).  

Per assicurarsi, però, che un messaggio di tipo visivo sia efficace, è necessaria la creatività. Chi utilizza la Street Art come forma di comunicazione, deve far sì che ciò che viene rappresentato sia comprensibile al primo impatto e memorizzabile immediatamente. Ciò che deve colpire il destinatario non è tanto il tema trattato, quanto il modo in cui esso è presentato e i mezzi utilizzati sono senza dubbio la pervasività, l’alta visibilità, il richiamo a componenti emozionali. Un intervento di Street Art si caratterizza sempre come l’instaurarsi di una relazione tra un gesto artistico e un luogo. Il muro è da sempre il dispositivo più usato per gli interventi di scrittura in quanto, come già citato all’inizio, “il muro invoca la scrittura”.  È sottinteso che il tipo di comunicazione che lo Street Artist realizza, ha valore per chi condivide quel tipo di esperienza sociale: per comprendere il graffito, infatti, l’osservatore deve possedere un certo bagaglio enciclopedico riguardo i temi ai quali i graffiti fanno riferimento.   

Ma la Street Art rappresenta anche una grande opportunità per la Comunicazione d’Impresa, anche se in questi casi non si parla di messaggi sociali, ma bensì di forme creative per rappresentare in modo efficace un brand, un marchio. Ci sono, infatti, molte aziende note e griffe quotate internazionalmente che adottano questa forma di comunicazione come strategia aziendale. È il caso di Gucci che a Milano, nel quartiere Moscova, ha creato Gucci Art Wall dove i murales rappresentano le ultime collezioni del famoso marchio. 

Parlare di Street Art significa prendere in esame oltre ai lavori degli artisti, anche l’aspetto interattivo che si genera fra lo spazio urbano dove le opere vengono installate e i loro fruitori che possono decidere di interpretarle, riscriverle o cancellarle dando vita a processi di enunciazione collettiva. Quindi quando si fa riferimento alla Street Art, ci si occupa anche della “risposta” all’immagine da parte dell’osservatore e del tema della pragmatica delle immagini, ossia la capacità di provocare passioni. E ancora, parlare di Street Art significa osservare porzioni e angoli di una città che prima apparivano invisibili e significa fare una riflessione critica sulla città. Lo spazio urbano, quindi, può essere visto come un palcoscenico in continua evoluzione e mutamento in cui la società rappresenta se stessa, dove i ritmi frenetici causano il rapido mutamento della città stessa che sembra subire passivamente i cambiamenti imposti dalla vita moderna e dove a dettare legge sono la comunicazione commerciale e il consumo di massa.  

I centri urbani sono segnati da un consumo spropositato di messaggi di ogni genere ed è proprio grazie alla loro naturale predisposizione ad esibire, ad esporre, che molti Street Artist hanno approfittato degli spazi urbani per comunicare a tutto il mondo le loro idee e le sottese ideologie. 

Franca Damiani