Gli individui ansiosi: una risorsa preziosa

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L’ansia è un disturbo che caratterizza circa 270 milioni di persone nel mondo e soltanto chi soffre, magari da anni, di attacchi di panico può capirne il potere invalidante.

L’ansia deriva dalla paura, un’emozione ancestrale di difesa: un tempo, i nostri antenati, dinanzi a un pericolo imminente, come per esempio davanti a un leone, dovevano fuggire e senza il campanello d’allarme innescato dalla paura, probabilmente non sarebbero sopravvissuti alle difficoltà.

Quali sono i sintomi dell’ansia?

L’ansia, invece, è la reazione di difesa di fronte a un pericolo immaginario, che esiste dentro di noi: un pericolo prefigurato, spesso inesistente, dal quale si deve fuggire.

Il corpo reagisce attivando processi di tremolio, vertigini, giramenti di testa, tachicardia per arrivare al panico, al buio totale; la mente si blocca ed è incapace di reagire a stimoli esterni. Chi soffre di ansia, soprattutto ansia sociale e da prestazione, conosce molto bene la sensazione di terrore scatenata da un esame universitario, dalla presentazione di un progetto al pubblico, dall’essere inserito in un nuovo gruppo di lavoro.

Sono situazioni nuove e sfidanti che pongono l’ansioso in uno stato di forte tensione, perché lo mettono al di fuori della propria comfort zone e lo espongono al giudizio altrui, inibendo ogni controllo cosciente.

E’ possibile controllare l’ansia?

Chi vive fenomeni come questo, conosce molto bene le sensazioni sgradevoli descritte fin qui e può avere la percezione, talvolta, di non potersene liberare. Niente di più sbagliato: esistono percorsi di psicoterapia breve o cognitivo comportamentale che possono dare un grandissimo supporto in termini di gestione dell’ansia e chi scrive ve lo può confermare.

Gli individui ansiosi: una risorsa preziosa

Come sfruttare l’ansia nel lavoro?

Ora veniamo al punto cruciale. Abbiamo stilato una top five, una classifica di cinque competenze che l’ansioso “naturalmente” possiede per rispondere alla domanda che, nel settore del lavoro, del business e della ricerca del personale, vogliamo proporre: “Perché un datore di lavoro dovrebbe assumere individui che soffrono o hanno sofferto d’ansia?”

  1. Perfezionismo: Gli ansiosi, spesso, sono dei perfezionisti. Temono il giudizio altrui, perché sono essi stessi i più severi giudici della loro performance. Hanno aspettative altissime nei confronti del loro operato che li spingono a ricercare il massimo in ogni occasione.
  2. Sensibilità: Hanno sviluppato una sensibilità fuori dal comune. La ricerca introspettiva che affrontano nel tentativo di comprendere i meccanismi che generano l’ansia, li rende più consapevoli del proprio mondo interiore, dei propri limiti e delle proprie potenzialità.
  3. Empatia: Sono molto empatici nei confronti dei colleghi, conoscono bene i segnali d’ansia e li percepiscono quando vengono manifestati da altri. Sono un grande supporto per chi soffre un disagio e l’empatia generata dalla sofferenza trascorsa li porta a ricercare le migliori modalità per relazionarsi e collaborare.
  4. Prontezza: Hanno “sangue freddo” nell’affrontare gli imprevisti. Gli ansiosi si agitano a lungo dinnanzi a pericoli immaginari, ma sanno reagire con prontezza dinnanzi alle difficoltà reali e inaspettate. Per questo sono abilissimi problem-solver.
  5. Esperienza: Hanno un bagaglio di nozioni sul tema talvolta sorprendente. Le loro esperienze e conoscenze in merito possono venire capitalizzate dall’organizzazione che voglia occuparsi di seminari sulla gestione dell’ansia o che voglia istituire mentor efficaci per accompagnare e risolvere le difficoltà dei nuovi arrivati.

Serena Dognini