Il potere del Grazie

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La parola grazie, plurale di grazia dal latino gratia, contiene in sé diversi significati, tra cui piacevolezza, premura, favore e amicizia racchiuse in quello che possiamo considerare un macro contenitore di emozioni: la gratitudine. L’utilizzo di questo termine durante la nostra quotidianità è sottovalutato e le nuove generazioni risultano sempre meno propense a ringraziare, ignorando il potere psicologico della parola.

Scusarsi non è sempre efficace

In ambito lavorativo, focalizzandoci sull’importanza delle relazioni verticali e orizzontali, spesso è sostituito, in modo inconsapevole dal suo alter ego: scusa. L’impatto psicologico che scaturisce dai due termini è immediatamente opposto, non solo per il loro significato, ma per la differente prospettiva di approccio che ciascuno trasmette.

Con tale affermazione non si vuole denigrare l’utilità della parola “scusa” ma sottolineare il suo utilizzo sovrabbondante e a volte errato. Quanto spesso, nella quotidianità, si sentono frasi come “Scusi per il ritardo”, “Scusi se le ho fatto perdere tempo” o “Mi scuso anticipatamente”?

Quando le scuse riducono l’autostima

Si può concordare che risulti corretto scusarsi quando le intere responsabilità di un problema ricadono in prima persona e non vi è possibilità di porvi rimedio tempestivamente oppure in determinati contesti in cui è più importante sapersi prendere le proprie responsabilità, piuttosto che risolvere una casistica.

Al TEDx TrinityBellwoods di Toronto, Maja Jovanovic, professoressa di sociologia presso la McMaster University, fa notare l’alta frequenza con cui viene utilizzata la parola scusa, spiegando che è un modo corretto e cordiale per chiedere perdono quando viene commesso realmente qualche cosa che provochi disturbo, ma che spesso porti con sé il rischio di sminuirsi apparendo fragili agli occhi degli altri interlocutori e danneggiando così la propria autostima.

Il potere del grazie

La formula vincente del grazie

Viceversa, per tutte le situazioni in cui vi è una responsabilità pressocché parziale e un’unione di intenti verso la risoluzione della questione o ancora e maggiormente se siamo di fronte ad una “falsa problematica”, “Grazie” è il termine con cui è più producente esprimersi.

Il potere del grazie non si ferma nel sostituire il suo opposto, ponendo il discorso in modo neutro e positivo, ma risulta in primo luogo essere un “premio” derivato da circostanze di fiducia, rispetto e compiacimento. Soprattutto in ambito lavorativo, ricevere un grazie dal proprio superiore o da un proprio collega influenza positivamente la propositività e l’intraprendenza, aumenta la capacità di osare e migliora il confronto accrescendo consapevolezza e orgoglio.

Dire grazie per grandi risultati è quasi doveroso, anche se non così scontato, la frase “Grazie per il tuo lavoro” non è inusuale. Spesso vengono tralasciati i momenti quotidiani che motivano e aiutano il raggiungimento dei macro obiettivi che possono variare a seconda delle situazioni: per esprimere efficienza o supporto: “Grazie per la tua tempestività” oppure “Grazie di avermi supportato“; per sottolineare l’utilità di un confronto: “Grazie per avermi offerto il tuo punto di vista” oppure “Grazie per il confronto“; per incoraggiare o motivare: “Grazie mille, continua così” oppure “Grazie per la tua dedizione”.

La gratitudine rende felici

Risulta, dopo numerosi test, che un atteggiamento di gratitudine e riconoscenza riduca la probabilità di ammalarsi, aumenti la resilienza alle sfide e induca a un atteggiamento propositivo con impatto benefico sulla psiche e sulle relazioni umane.

Il GGSC – “The Greater Good Science Center at the University of California Berkeley” – spiega e offre numerosi spunti sull’importanza di abituarci a essere riconoscenti collegando l’esasperato concetto della “ricerca della felicità” a un messaggio chiaro e semplice: “Say thanks“.

È quindi auspicabile utilizzare un termine così comune e altrettanto intrinseco di significato per motivare, premiare e scusarsi promuovendone l’uso quotidiano, affinché il luogo di lavoro diventi una “comunità autoeducante”.

Andrea Sanchirico

Fonti:

www.treccani.it

greatergood.berkeley.edu

www.sunsweet.it/blog/il-potere-di-una-parola

How Apologies Kill Our Confidence | Maja Jovanovic | TEDxTrinityBellwoodsWomen

www.stile.it/2019/04/12/scusarsi-spesso-minaccia-autostima-id-212822/

Glossario:

TED (Technology Entertainment Design): chiamate anche “Ted Talks” sono una serie di conferenze annuali gestite dalla società no-profit “The Sapling Foundation” con l’unica missione di diffondere idee che valgono, come si evince dal loro logo Ideas worth spreading. Le conferenze cambiano città e argomentazione e i vari divulgatori sono esperti acclamati del loro specifico settore. La partecipazione alla conferenza è a pagamento ai soli fini di rimborso spese dell’evento, mentre si può usufruire gratuitamente online delle videoregistrazioni tradotte in diverse lingue. In Italia, come in molti altri Stati, è presente il TedX, serie di conferenze annuali, organizzate in modo indipendente, ma sotto approvazione della TED e con i medesimi principi etici e organizzativi.