Mindset: È come si affronta una sfida a determinare i nostri risultati

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Che cos’è il mindset

Successo e fallimento sono solo punti di vista: ci avevate mai pensato? È il cosiddetto mindset, invece, la vera forma mentis, letteralmente il settaggio della mente. Potremmo definirlo, come l’atteggiamento mentale con cui si leggono e si interpretano la realtà e le circostanze, oltre che se stessi.

Il modo in cui osserviamo quello che viviamo è sicuramente influenzato dall’apprendimento avvenuto nel tempo, dalle esperienze e dai loro esiti, oltre che dalla cultura e, in qualche modo, dalla propria autostima e considerazione di sé.

Potete decidere di prendere tutti i vostri insuccessi, le vostre perdite, le brutture che la vita ha riservato per voi e farvi trasportare dall’onda del malumore e dalla negatività, oppure scegliere di ribellarvi e prendere quel buono che potrebbe esserci, per poco che sia, e provare a farne qualcosa.

“Sono fatto così”, “Non sono portato”, “Non sono capace, ma posso tentare e vedere se ci riesco”, “Magari posso cercare di arricchire le mie conoscenze e fare ciò che oggi non sono riuscito a fare”, “Ritenterò”.

In base a queste affermazioni possiamo capire piuttosto chiaramente la mentalità di un individuo e il suo modo di affrontare le cose.

Le tipologie di mindset

Una delle più grandi studiose del concetto di mindset è Carol Dweck, psicologa e ricercatrice a Stanford. Nella sua carriera la Dweck si è specializzata proprio nello studio della forma mentis. I suoi studi e il suo libro –  Mindset. Cambiare forma mentis per raggiungere il successo – sostengono che l’affermarsi dipenda unicamente dal modo in cui l’individuo si approccia al contesto in cui il suo potenziale viene messo alla prova. È come si affronta una sfida a determinare i nostri risultati. In base al tipo di approccio, la dottoressa statunitense divide il mindset in due tipologie: fixed (statico) e growth (dinamico).

  • Il ”fixed-mindset”, o mentalità fissa, fa riferimento a quell’atteggiamento mentale statico in cui le persone considerano la propria intelligenza, le abilità, le conoscenze e le capacità come qualcosa di scarsamente modificabile. Questo tipo di atteggiamento conduce a rigidità mentale e difficoltà estrema di fronte al cambiamento o all’imprevisto, faticando nell’individuare una soluzione e vivendo le cadute e gli errori come un fallimento irreparabile.     
    Tutto questo non significa che siano persone incapaci o prive di successo, tuttavia la fatica nell’adattamento e nel cambio di prospettiva e modo di agire possono creare problemi nel lungo periodo o far perdere occasioni importanti.
  • Il ”growth-mindset”, o mentalità di crescita, invece è caratterizzato da dinamicità, apertura, flessibilità e desiderio di crescere e sperimentare. Questa forma mentis apre al cambiamento che è visto come motivo di miglioramento, crescita, sviluppo e attivazione di tutte le risorse possibili e disponibili, acquisendone di nuove e sperimentando. Il fallimento è contemplato nel processo di cambiamento ed è considerato come stimolo ulteriore ad andare avanti, comprendendo cosa è accaduto e cercando nuove strategie. L’obiettivo è stimolo e il successo non è la meta, ma un altro trampolino per il prossimo passo.

Non è ovviamente possibile definire solo una o solo l’altra tipologia di forma mentale in una persona, ma può capitare che una delle due sia preponderante e tipica.

Digital mindset: l’alleato del growth-mindset

La trasformazione digitale sta mettendo in crisi diversi modelli tradizionali. Se fino a poco tempo fa era naturale pensare che la conoscenza e le esperienze acquisite dal passato fossero sufficienti per affrontare le nuove sfide, oggi possiamo dire che quest’idea non è sempre attuale.

Negli ultimi tempi, il successo nei mercati sempre più spesso ha favorito startup composte da imprenditori giovani, a volte con poca esperienza, ma in grado di avvalersi di  modelli di gestione inediti, in grado di mettere in crisi quella che è “la tradizione”.

L’adattamento al cambiamento è sicuramente uno degli alleati del moderno successo ed è proprio qui che possiamo permetterci di parlare di growth-mindset: l’era digitale viene vista come stimolo, non come avversario. Una pandemia mondiale ci ha costretti ad approcciare tipologie di lavoro nuove come la trasposizione di esercizi commerciali fisici in attività online o lo smartworking? Una mentalità di crescita ci permetterà di prendere spunto e trarre innumerevoli vantaggi da tutto questo, mentre una mentalità fissa non farà che ignorare il cambiamento, per tornare a lavorare “alla vecchia maniera”.

Mindset: È come si affronta una sfida a determinare i nostri risultati

Non c’è più il futuro di una volta

Lo stesso concetto di futuro viene oggi messo in discussione, non può essere più considerato un prolungamento del passato, una variazione di quello che già si conosce, a cui forse si è legati anche da un punto di vista emotivo. È capitato proprio così che alcune aziende storiche, con organizzazioni efficienti e un passato ricco di successi finissero nel baratro, in molti casi colte di sorpresa da qualche giovane più aperto al cambiamento, con idee precise, in grado di rompere gli schemi e di cogliere tutte le opportunità tecnologiche che in questi anni ci vengono messe a disposizione.

Le aziende tradizionali potranno sfruttare i cambiamenti apportati dalla dimensione digitale solo se sapranno ridefinire i vecchi paradigmi: servono maggiore agilità nel lavoro e maggiore abilità nell’affrontare il mondo digitale.

La leadership di fronte a un “reskilling” tra fixed mindset e growth-mindset

È ormai indispensabile essere capaci di sfruttare le leve tecnologiche dell’innovazione per costruire nuovi modelli di business, oltre che di governance. Quando il contesto è incerto, occorre cambiare rapidamente mentalità. A tal proposito cito una frase di Peter Drucker, considerato il padre della scienza del management: “Il rischio più serio in tempi di incertezza non è l’incertezza stessa, quanto l’azione guidata dalla logica di ieri.”

Le mentalità statiche sono refrattarie a questo approccio, perché convinte che carattere, intelligenza e creatività siano dovute a talenti innati da cui dipende poi il successo. Chi ha questa forma mentis spesso preferisce il classico approccio consolidato ed evita di esporsi a qualsiasi rischio, la paura di fallire prevale, portando poi solitamente al fallimento stesso.

La mentalità più aperta è quella che più si adatta al nuovo reskilling della figura del leader digitale. La nuova leadership non si baserà più sull’autorità e sul controllo del singolo, ma sul raggiungimento degli obiettivi e sull’organizzazione di equilibrati team di lavoro.

Di quale leader hanno bisogno oggi le aziende?

Nel 2020 sono tre i punti imprescindibili per essere un leader in grado di far fronte a qualsiasi business:

  • avere una visione trasformativa, anticipando mercati, tendenze e bisogni;
  • essere in grado di abbracciare il cambiamento con un mindset di crescita;
  • comprendere e sfruttare la tecnologia al meglio, talvolta giocando anche d’anticipo.

Questo ultimo punto rappresenta il principale divario di competenze tra i leader digitali e i leader tradizionali. Nella maggior parte delle organizzazioni, l’alfabetizzazione digitale è ancora a livelli decisamente troppo scarsi, ma il mio growth-mindset mi fa pensare che riusciremo a migliorare.

Laura Santini

Fonti:

Dweck, C.  Mindset. Cambiare forma mentis per raggiungere il successo. Franco Angeli 2017.