Studiare è un duro lavoro: ecco qualche consiglio

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Come ricordarsi ciò che si è appreso

Quanti di noi hanno sempre studiato rileggendo gli appunti e il libro di testo hanno probabilmente sempre studiato nel modo sbagliato. Pensavamo di star assorbendo nozioni, ma di fatto gran parte di quello che stavamo studiando lo abbiamo ormai scordato: si trattava di una conoscenza che durava fin tanto che guardavamo la pagina.

Invece, un apprendimento di qualità richiede ciò che gli scienziati del cervello chiamano “difficoltà desiderabile“. Più il processo di apprendimento è attivo, migliore è la comprensione e il ricordo: così come per allenare il nostro corpo dobbiamo fare molti sforzi e molta fatica, ugualmente se vogliamo allenare il nostro cervello all’apprendimento dobbiamo faticare molto.

Bisogna insomma prestare maggiore attenzione a ciascuna idea, facendo sì che il nostro cervello riesca a costruire connessioni più forti tra le reti neurali, assimilando dunque le nuove conoscenze e tenendole pronte per un successivo richiamo. Non sarà mai possibile riuscire a rievocare le nozioni che vogliamo apprendere se non al prezzo di una intensissima attenzione.

Quanti sostengono quei programmi volti a rendere l’apprendimento “facile e amichevole” in realtà non hanno del tutto ragione: in apparenza, sembra bello ridurre il tempo speso per l’apprendimento, ma questo non significa che si tratti di un tempo speso efficacemente.

Invece di ripassare passivamente il materiale, bisogna ricordare le cose attivamente. Piuttosto che evidenziare un passaggio mentre lo si legge, è più utile provare a chiudere il libro di testo e annotare ciò che si ricorda. Invece della ripetizione automatica, può avere più utilità usare le flashcards per testare la nostra memoria.

Studiare è un duro lavoro: ecco qualche consiglio

È più utile prima fare pratica, e poi imparare la teoria

In uno studio pubblicato all’inizio di quest’anno i ricercatori hanno confrontato due corsi di laurea in fisica chiedendo agli studenti di completare i compiti di risoluzione dei problemi prima o dopo una lezione. Gli studenti che li hanno affrontati prima della lezione hanno avuto una comprensione concettuale migliore di quelli che hanno ascoltato prima la lezione. Lavorare sui problemi prima ha fatto scoprire e dedurre i concetti, i principi e le procedure rilevanti da soli prima di ascoltarli dal docente: un processo che è stato più difficile, ma che ha portato a una comprensione superiore.

È meglio far passare un po’ di tempo e poi mettersi alla prova: più a lungo aspettiamo e più inizieremo a dimenticare, più a lungo si codificheranno le nuove informazioni in una memoria a lungo termine quando metteremo il nostro cervello sotto sforzo per recuperarle. Sfortunatamente, la tendenza generale è quella di progettare l’apprendimento in modo che sia il più semplice possibile. In ambito aziendale soprattutto, alla luce della vita impegnata e frenetica dei dipendenti, le aziende costruiscono programmi di formazione che possono essere eseguiti in qualsiasi momento, senza prerequisiti e spesso on line. Il risultato sono programmi di allenamento divertenti e facili, ma in realtà non instillano un apprendimento duraturo.

La realtà è che per essere efficace, l’apprendimento deve essere difficile. Questo non vuol dire che tutto ciò che rende l’apprendimento più facile è controproducente, o meglio, che tutto l’apprendimento spiacevole è efficace.

La Redazione