Le 10 caratteristiche di un obiettivo

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Negli uffici e nei consigli di amministrazione si ascolta sempre più spesso la parola “obiettivo”. Quelle che non si ascoltano spesso, però, sono le caratteristiche che un obiettivo deve avere per portarci al successo e non
dentro a un gorgo di problemi. Ecco allora dieci caratteristiche che, se
rispettate, ci permetteranno di capire se abbiamo scelto un buon target.
Che – per essere più operativi che teorici – sarà tra i più classici nel mondo
del lavoro: guadagnare di più. Chi non lo vorrebbe?

1.Specifico, chiaro, misurabile: l’obiettivo deve essere identificabile.
La mente umana non si accende per espressioni vaghe come «vorrei
far carriera» o «vorrei avere successo». Scegliamo invece un target che
ci possa permettere di dire: «Sì, l’ho raggiunto». Nel nostro caso, il
traguardo sarà guadagnare 500 euro in più al mese.

2. Con una data certa: fissiamo un giorno in cui verificare se abbiamo
realizzato o meno il nostro target (per esempio entro la fine dell’anno). Non averla significa parlare di un sogno e non di un obiettivo. Come recita un aforisma: «Un obiettivo è un sogno con una data di scadenza».

3. Espresso in positivo: l’obiettivo rappresenta una meta da raggiungere, che ci darà soddisfazione. Non solo: quando lo ripetiamo nella
nostra mente come un mantra ci deve dare la carica e per questo va
espresso in forma positiva. Lasciamo perdere espressioni depotenzianti come «non voglio più essere» o «voglio smettere di guadagnare
così poco». Molto meglio: «Voglio guadagnare di più».

4. Fattibile: è giusto sognare in grande, ma è fondamentale scegliere un
obiettivo realistico. Se così non fosse, la nostra mente lo reputerà irraggiungibile e non ci fornirà l’energia per provarci. Non illudiamo il
nostro cervello dando credito ai venditori di fumo che girano sui social con post del tipo «Diventa il numero uno del marketing in 24 ore!».

5. Intrigante e motivante: scegliamo un obiettivo che ci dia la carica e
che vogliamo veramente realizzare. Pensato in grande ma tarato sulla
nostra condizione: mi bastano 500 euro al mese in più? Sì, se non
sono già un top manager.

6. Espresso in forma scritta: «Verba volant, scripta manent», dicevano
i latini. Le parole passano, le cose scritte rimangono. Mettiamo nero
su bianco il nostro obiettivo e avremo modo di leggerlo ogni giorno
per focalizzarci su di esso.

7. In linea con i nostri valori: un esempio classico è quello della persona che s’impegna a fare carriera per diventare dirigente e, una volta
raggiunta la posizione, va in crisi perché non riesce più a stare con
la famiglia e ha poco tempo libero (vedi anche il Quarto Passo sulla
gestione del tempo). È sempre utile confrontarsi con le persone care
prima di fissare un target impegnativo.

8. Immaginabile: impariamo a gustarci il momento in cui avremo realizzato il desiderio, visualizzando come saremo quando lo avremo
esaudito. Come disse Albert Einstein: «L’immaginazione è più importante della conoscenza»

9. Condivisibile con gli altri: condividiamo il nostro target con le
persone che ci circondano, in modo da ricevere un feedback con cui
misurarci e trovare spunti che ci permettano di raggiungerlo prima e
meglio. Incontrare altre persone con il nostro stesso obiettivo serve a
fare un pezzo di strada assieme.

10. Suddivisibile in tappe: se il viaggio è lungo, è necessario fissare step
intermedi. Avremo modo di verificare lo sviluppo del percorso ed
eventualmente apportarvi variazioni. Consiglio: compriamo una lavagna o un calendario dove segnare ogni mese l’aumento del fatturato che ci porterà verso l’obiettivo fissato per fine anno.

Il brano che avete letto è stato tratto dal libro Soft Skill – Cosa sono, a cosa servono del Prof. Luca Brambilla – ed. FAG.

Luca Brambilla