Non fare formazione costa di più che farla

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Se pensi che la formazione sia costosa, è perché non conosci i costi dell’ignoranza. Le aziende che hanno fiducia nei propri dipendenti investono notevolmente in programmi di formazione permanenti e in sistemi di promozioni.” 

Michel Leboeuf

Molte aziende considerano la formazione un costo e non un investimento. Occorre invece cambiare prospettiva e comprendere che la crescita di un’azienda è strettamente correlata alla crescita delle persone che ne fanno parte. Allocare parte del budget in formazione significa investire nella coltivazione dei propri talenti.  

Al di là di questa nobile missione, vi sono una serie di altre ragioni più pratiche per cui è importante formare le persone. Vediamone alcune.  

Miglioramento delle competenze 

La motivazione principale che spinge la maggior parte delle aziende a formare i propri collaboratori è la volontà di rafforzare le loro competenze, rendendoli più autonomi e più consapevoli delle proprie mansioni.
Questo aspetto è positivo sia per la loro crescita personale, sia per quella dei loro responsabili che, non dovendoli più supportare con la stessa frequenza, potranno dedicare più tempo in attività maggiormente strategiche. L’apprendimento di nuove competenze contribuisce inoltre a sviluppare l’azienda nel suo complesso.   

Può capitare che alcuni corsi presentino nuove strategie che consentano a chi li frequenta di svolgere il proprio lavoro in meno tempo, con uno sforzo inferiore, o con una ridotta percentuale di errore. A volte la formazione permette di accedere a tecniche e strumenti dei quali i collaboratori non conoscevano neppure l’esistenza e che consentono di semplificare sensibilmente alcune loro mansioni.
Per proporre un esempio estremo, si immagini un contabile di vecchio stampo, abituato, per esempio, a compilare documenti su fogli di lavoro cartacei e tramite l’uso della calcolatrice. Quanto migliorerebbe la sua attività professionale se scoprisse le potenzialità di Excel?
Allo stesso modo qualsiasi professionista può trarre beneficio da un aggiornamento continuo e la sua maggiore produttività contribuirà a far crescere l’intera organizzazione.  

Riduzione dei costi 

La formazione ha certamente un costo. Tuttavia, come il titolo di questo articolo lascia intendere, non fare formazione può risultare ancora più dispendioso. Secondo una ricerca condotta da ATD su 2500 società, le aziende che fanno formazione ottengono più del doppio delle entrate per dipendente rispetto alle aziende che non fanno formazione. 

La mancata opportunità di crescita aumenta poi il tasso di turnover. I dipendenti che sentono di non poter crescere all’interno dell’organizzazione sono 12 volte più incentivati a ad abbandonarla1.
Questo rappresenta un elevato dispendio di denaro, in quanto i costi di ricerca, selezione, inserimento e formazione di un nuovo dipendente sono nettamente superiori rispetto ai costi derivanti da una buona formazione a una persona già dipendente. In questo articolo sono illustrati nel dettaglio i costi di un processo di selezione del personale. 

Destinare parte del budget alla formazione significa investire nella crescita e nella coltivazione dei propri talenti.

Aumento della motivazione 

In una ricerca condotta da PwC è stato chiesto a un gruppo di Millennial quali fossero le caratteristiche che rendono un’azienda attrattiva per i lavoratori. Il 35% dei partecipanti ha risposto “formazione e programmi di sviluppo”. Questa opzione rappresenta la terza scelta dopo “opportunità di carriera” (52%) e “retribuzione competitiva” (44%)2. Ciò significa che la formazione è tra i tre principali criteri di scelta di un’azienda.  

La formazione motiva i collaboratori e li fa sentire valorizzati.
L’entusiasmo e la felicità delle persone sono fondamentali non solo per una ragione puramente morale, ma anche perché vi è una correlazione diretta tra benessere dei dipendenti e successo aziendale. Al contrario, la mancanza di formazione genera frustrazione e spinge le persone a fare il minimo indispensabile, con evidenti conseguenze in termini di produttività.  

È bene precisare che per coltivare talenti non è sufficiente organizzare un evento formativo una tantum o imporre qualche corso standardizzato di formazione obbligatoria.
È necessario invece creare una cultura della crescita, rendendo le persone consapevoli di quanto sia importante sviluppare le proprie competenze. Per farlo occorre ascoltare i bisogni formativi dei dipendenti e co-progettare gli interventi in base alle loro necessità. Altrimenti il rischio è che la formazione venga vista come un’imposizione calata dall’alto, come un fastidioso adempimento che li interrompe dal lavoro quotidiano.
Ciò ha radici nella nostra cultura, in cui lo studio è spesso vissuto con fatica più che con entusiasmo. Questa dannosa concezione può portare a una visione negativa della formazione aziendale da parte dei dipendenti.
Per questo è importante non solo progettare la formazione a partire dalle esigenze delle persone, ma anche impostarla come un momento piacevole e divertente. 

Non pochi imprenditori temono infine che formando i dipendenti li renderanno più competitivi sul mercato, spingendoli ad abbandonare l’azienda. Anche in questo caso è necessario cambiare mentalità: invece di bloccare la crescita per paura di perdere talenti, occorre promuovere la formazione per far esplodere quei talenti e per attirarne di nuovi.
Chi nutre questo timore probabilmente non sta investendo abbastanza sul benessere dei dipendenti, altrimenti non si preoccuperebbe di una possibile fuga.
I collaboratori non devono rimanere in azienda perché non sono abbastanza competenti per trovare altre opportunità sul mercato, ma perché sono motivati a crescere all’interno della realtà in cui si sentono valorizzati. 

Greta Mezzetti