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Siamo direttivi o collaborativi? Autocentrati o aperti? Convinti della forza dei modelli teorici o fiduciosi nelle pratiche condivise? Siamo disposti a credere a Edward De Bono, quando afferma: “Le università di management, i manager, gli scienziati… tutti convinti che le nuove idee provengano da una analisi dei dati… Sfortunatamente per loro, hanno completamente torto…. L’analisi dei dati non produce mai nuove idee. Le nuove idee vengono dalla nostra volontà di usare le nostre abilità creative.”[1]
Domande stuzzicanti e modelli scientifici, sperimentazioni e buone pratiche mi hanno convinto che il DesignThinking abbia molto da proporci – e più di vent’anni di ottime case history lo confermano.
Pensiero Progettuale è “un approccio all’innovazione centrato sulla persona, che parte dagli strumenti operativi del progettista per integrarsi con i bisogni delle persone, le possibilità della tecnologia e i requisiti per il successo aziendale”.[2] O altrimenti “Un modo di pensare che, basandosi sui desideri e sui bisogni delle persone, rende comprensibili le scelte integrando tutti i contributi disponibili”
E poi il Pensiero Progettuale porta all’abbandono dei preconcetti, all’apertura percettiva, alla immedesimazione libera nel presente, alla sperimentazione inventiva, alla elaborazione di ipotesi su un futuro desiderato e costruito collegialmente. Vedremo come…
Davide Corno
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[1] Edward De Bono, Using the Power of Lateral Thinking to Create New Ideas, 1992, traduzione italiana Essere Creativi, 2009, pag. 30
[2] Tim Brown, IDEO Design Thinking web site, 19 giugno 2020